Sempre di più in ambito aziendale si sente parlare del fenomeno del Risk Management e come esso possa rappresentare un vantaggio competitivo per l’azienda. Al giorno d’oggi, le imprese sviluppano team ad hoc per affrontare i rischi, mentre nelle società di consulenza si arriva a sviluppare interi rami dedicati alla disciplina.
La traduzione letterale del termine in italiano è “gestione del rischio”, ma cosa si intende precisamente per rischio?
I rischi si possono definire come eventi futuri e incerti che possono influenzare in modo sia positivo che negativo il raggiungimento degli obiettivi di un’azienda. Il rischio e la sua gestione caratterizzano continuamente la vita di ognuno: dal Project Manager di una multinazionale al piccolo imprenditore agricolo che deve tenere conto in continuazione dei rischi causati dal meteo, arrivando fino a noi studenti che ci troviamo ad affrontare gli esami della sessione.Ognuna di queste situazioni e posizioni sono soggette a rischi, più o meno facili o meno da prevedere e saperli affrontare nel modo giusto è ancora più complicato. Queste considerazioni si applicano a maggior ragione per le Junior Enterprise, i cui progetti svolti per le aziende, sono sempre soggetti a rischi di varia natura. È importante dunque saper affrontare questa situazione al meglio.
Tradizionalmente, il rischio è collegato a uno stato di incertezza. Di certo non può essere eliminata, tuttavia si possono prevedere situazioni e soluzioni ad hoc che evitino di mettere in discussione il raggiungimento degli obiettivi prefissati minimizzando gli effetti negativi per assicurare la buona riuscita del progetto. Il Risk Management è quindi quella tecnica che permette di prevedere, gestire e affrontare al meglio i rischi. È di fondamentale importanza riunirsi con il proprio team e delineare quali siano i possibili ostacoli che si possano incontrare nello svolgimento del progetto, in ogni sua fase.
Prevedere, Conoscere, Rispondere: questi sono i tre fondamentali della gestione del rischio.
Il Risk Management è una disciplina sia qualitativa che quantitativa, in cui solitamente la fase qualitativa precede quella quantitativa. La prima fase della gestione del rischio può essere chiamata Qualitative Risk Analysis e ha come obiettivo l’identificazione della natura e delle fonti dei rischi mediante l’utilizzo di numerosi strumenti. Tra questi, ha particolare rilevanza la Risk Breakdown Structure (RBS), che consiste in un diagramma ad albero che permette di scomporre e suddividere i rischi in una struttura gerarchica, costituita da macro-categorie, ciascuna delle quali divisa in micro-categorie. Sono svariati i criteri di suddivisione, in base alla fonte o alla natura, o ad esempio a seconda che siano interni o esterni
Ultimata l’identificazione, lo step successivo è dato dalla valutazione. Bisogna chiedersi ma “I rischi sono tutti egualmente importanti?”
Ovviamente no, ogni rischio ha le sue specificità e connotazioni, di conseguenza è più o meno pericoloso di un altro. Vi è uno strumento di valutazione dei rischi che identifica la “pericolosità” a seconda di due variabili: impatto e probabilità di accadimento. Per impatto si intende l’effetto del verificarsi del rischio, mentre per probabilità la possibilità che un evento accada. Questo strumento, detto anche diagramma probabilità-impatto permette di classificare ciascun rischio secondo più aree, che generalmente possono essere ridotte a tre: area di elevata, media o bassa pericolosità.
Al termine di questa analisi si procederà dunque alla scelta della strategia di Risk Management e all’analisi quantitativa dei rischi più pericolosi.Bisogna trovarsi preparati a rispondere proattivamente ad ogni possibilità o difficoltà che compariranno nel progetto e valutare poi ex post le soluzioni scelte e adottate mediante il procedimento del Risk Controlling.
Affrontata sempre di più nelle Università, anche con Master completamente dedicati, il Risk Management è una disciplina che in futuro assumerà ancor maggior rilevanza per le Junior Enterprise.
L’obiettivo finale? Saper governare il rischio!
#JEMIBreview
Federico Scuglia