La realtà virtuale sarà la nuova quotidianità?
“The metaverse is the next evolution of social connection”. Così viene spiegato il rebranding della storica holding Facebook Inc. sul sito ufficiale. Ma in che cosa consiste davvero questo cambiamento?
Meta rappresenta un progetto di rilancio e riposizionamento sul mercato globale della grande società per azioni di Mark Zuckerberg. Concretamente, Meta continuerà a controllare le piattaforme più diffuse tra gli utenti social, ovvero Facebook, Instagram e Whatsapp, che per il momento non subiranno modifiche. Oltre a questo, come spiega Zuckerberg nel video di presentazione, verranno sviluppati alcuni gadget utili per l’esperienza della realtà virtuale. Si tratta, ad esempio, dei visori di realtà virtuale Oculus Rift, del marchio Oculus acquistato da Facebook nel 2014 (infatti già in quell’anno si parlava dell’avvio della realtà virtuale).
Nella Founder’s Letter 2021 Zuckerberg ci spiega che, per quanto riguarda il supporto digitale, siamo passati dal desktop, al web, e successivamente al telefono; e per quanto riguarda i contenuti, dal testo, alle foto, ai video. Lo step successivo sarà un’esperienza totalmente immersiva: “an embodied internet”, ossia il Metaverso. Il CEO afferma che nel Metaverso saremo in grado di fare tutto quello che possiamo immaginare: incontrare amici, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti e soprattutto creare, così come fare esperienze completamente nuove che vanno al di là del nostro modo odierno di pensare alla tecnologia.
Il nuovo design
La parola “meta” comprende più significati: nonostante arrivi dal greco antico “oltre”, “al di là”, allo stesso tempo fa venire in mente qualcosa di ipertecnologico e distopico. Infatti, troviamo il concetto di “metaverso” per la prima volta nel 1992, in particolare nel romanzo di fantascienza cyberpunk “Snow Crash” dello scrittore americano Neal Stephenson.
Il pittogramma scelto, invece, rappresenta il segno matematico dell’infinito, distorto da una prospettiva irregolare. Il colore azzurro è coerente con il logo di Facebook, così come, più in generale, i colori e le forme sono coerenti con lo stile per il quale i designer di oggi optano maggiormente.
Le critiche: dai meme su Twitter alle preoccupazioni sulla privacy
Tuttavia, nonostante il logo accattivante e le altrettante promesse di Zuckerberg, l’annuncio del rebranding dell’impresa statunitense ha suscitato parecchie perplessità tra gli utenti. Da un lato perché vediamo solo il nuovo nome e nessun upgrade concreto nella user experience, almeno per il momento. Da questa delusione derivano gli infiniti meme e tweet che criticano il CEO.
Dall’altro lato, ci sono le polemiche. È innegabile il fatto che Facebook, essendo una delle prime reti sociali, abbia parecchi scandali dietro le spalle: cybersecurity, fake news, tossicità sociale, ma anche alcuni casi famosi come quello di Cambridge Analytica. Dunque possiamo dire che il rebranding è arrivato nel momento in cui l’azienda affronta una serie di crisi, tra cui i Facebook Papers. Si tratta di numerosi documenti diffusi dalla whistleblower ed ex dipendente Frances Haugen. Questi documenti espongono i fallimenti dei meccanismi interni della società e accusano Facebook di aver messo i profitti prima di liberare la piattaforma da discorsi di odio, violenza e disinformazione. Ad esempio, eventi come l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021 e la marcia dei nazionalisti di Charlottesville del 2017 sono stati organizzati su Facebook.
Per questo molti politici hanno sfruttato il rebranding di Facebook per parlare di alcuni problemi collegati con questa piattaforma. La deputata progressista di New York Alexandria Ocasio-Cortez ha definito Meta su Twitter come “un cancro per la democrazia” e “una macchina di sorveglianza e propaganda globale per rafforzare i regimi autoritari e distruggere la società civile…per il guadagno“.
Meta sta ricevendo critiche anche da parte di studiosi ed esperti per quanto riguarda possibili problemi di sicurezza degli utenti. Non è ancora chiaro come la nuova realtà verrà gestita dal punto di vista della privacy, visto che l’idea è quella di creare un sistema aperto e interoperabile.
Ci sono ancora troppe domande…
La delusione e la perplessità di molti utenti derivano dal fatto che non sappiamo ancora quanto dobbiamo prendere sul serio il Metaverso. Infatti alcune promesse di Zuckerberg al momento ci sembrano esagerate: “Sarai in grado di teletrasportarti istantaneamente come un ologramma per essere in ufficio senza doverti spostare, a un concerto con gli amici o nel soggiorno dei tuoi genitori a chiacchierare”. Tuttavia possiamo già vedere alcuni miglioramenti nella gestione dei social Facebook e Instagram. Meta infatti ha recentemente annunciato il supporto per l’iniziativa StopNCII.org, che blocca la condivisione non consensuale di immagini intime, una pratica illegale in molti paesi. Dunque non ci resta che aspettare cosa ha in serbo Meta per il futuro della user experience dei propri utenti.
Polina Babadzhan
#JEMIBreview