BBCrew: una nuova realtà giovane e innovativa

Noi Junior Entrepeneur siamo accomunati da una grande voglia di fare, di metterci in gioco e di cercare di superare sempre le nostre possibilità, anche se nel mondo lavorativo c’è chi ha più esperienza di noi, il nostro punto di forza è sicuramente la creatività e l’impegno che mettiamo in ogni progetto. Queste caratteristiche però le ho ritrovate anche in Davide Damasi, un mio caro amico urbinate, che ha appena lanciato con l’aiuto di ragazzi e amici,  “BBCrew”, un Brand di moda nato quasi per gioco che ora è diventato un vero e proprio must per i ragazzi di Urbino e non solo.

Dama – no, aspetta, facciamo i seri: Davide –, io sono stato uno dei tuoi primi follower ma non abbiamo mai parlato di una cosa fondamentale: come vi è venuta in mente quest’idea?

Tutto è nato nel 2015: io e il mio amico S., entrambi skater, volevamo creare una maglia con un logo disegnato da noi per andare in skate insieme, avendo così un qualcosa che ci rappresentasse. Quella sera, dopo aver passato tutto il giorno a girare per Pesaro, abbiamo deciso di andare al Burger King ed è li che è nato tutto!
Infatti questo dettaglio spiega la natura del logo, ovvero un panino con due skate sotto, mentre la salsa BBQ ha dato lo spunto per il nome Barbecrew, abbreviato in BBCrew. Ah, già, tra poco è anche il suo compleanno!

Auguri allora! Ma la realizzazione delle maglie e del logo come è avvenuta?

Innanzi tutto grazie alla passione per il disegno che ci unisce! Questo ha permesso di realizzare materialmente la nostra idea, grazie anche alle strutture della scuola dove sono state create le prime due maglie in assoluto. Poi in classe hanno iniziato a chiedere dove avessi preso le maglia, con questa specie di panino che sembrava un teschio con due skate sotto: dai, ci sta!
Dopo qualche mese hanno iniziato a chiedercele in tutto l’istituto (d’arte di Urbino ndr) e vedere i ragazzi che girano con le maglie stampate da te è una bella soddisfazione, alcuni ci fermavano nei corridoi perché volevano saperne di più.

Sarebbe stato uno spreco non sfruttare questa opportunità! A questo punto vi siete resi conto che serviva un supporto anche dal punto di vista della comunicazione e avete aperto il profilo Instagram. Quali sono state le vostre mosse?

Abbiamo creato fin da subito la pagina Instagram per iniziare a pubblicizzare la prima grafica ideata, l’originale. Da qui abbiamo iniziato anche a ricevere le prime richieste da diverse parti della provincia e abbiamo deciso di creare nuove grafiche, ma in maniera diversa. 

Infatti visto che i follower stavano crescendo velocemente abbiamo deciso di coinvolgerli nel processo di scelta delle grafiche: per un periodo abbiamo aperto un contest in cui ognuno di loro ha avuto la possibilità di scrivere in chat e consigliarci un tema su cui poi saremmo andati a sviluppare la stampa vera e propria; il follower con l’idea più originale avrebbe ottenuto come premio una collezione completa con la grafica da lui ideata.
La scelta del tema è stata lasciata totalmente in mano ai follower: le loro proposte diventavano storie su Instagram che venivano votate ogni giorno fino a selezionare la migliore (in media ricevevamo 300 voti per ogni storia).

Insomma, per dirla in termini più tecnici avete scelto di coinvolgere il consumatore nel processo di progettazione del prodotto facendo sentire il consumatore molto vicino a voi, così il follower diventa sempre più un prosumer piuttosto che un semplice consumer. Mi sembra un’ottima intuizione, complimenti. E come avete fatto ad appoggiarvi a uno store fisico?

Abbiamo fatto vedere il prodotto al titolare di un negozio di abbigliamento e l’idea gli è piaciuta, così abbiamo iniziato a collaborare fino a instaurare una vera e propria partnership. Il vantaggio è per entrambi: il negozio riceve visibilità e notorietà sul target dei giovani mentre noi siamo avvantaggiati nella gestione degli ordini e nella presentazione del prodotto, che ora i ragazzi possono vedere realmente.

Come gestivate gli ordini prima?

All’inizio prendevamo gli ordini su Instagram e le consegne le facevo io, ma farmi mezza Italia per una maglietta mi sembrava eccessivo!” dice Davide ridendo.

Da Instagram al sito web: come mai avete deciso di sviluppare questa piattaforma?

Due anni fa abbiamo avuto l’occasione di incontrare due rapper emergenti, seguiti dai giovani, gli abbiamo lasciato la nostra maglietta e abbiamo avuto il loro appoggio volontario!
Non avevamo la possibilità di spedire e purtroppo non sono riuscito a soddisfare tutte le richieste avute grazie a queste collaborazioni spontanee quasi inaspettate. Quindi abbiamo avuto l’esigenza di creare un sito di e-commerce per garantire la spedizione in tutta Italia e riuscire così a soddisfare la nostra fetta di domanda al di fuori delle zone che potevamo raggiungere facilmente in macchina. 

Un altro motivo è che con il sito volevamo dare una mission a BBCrew, come una vera e propria azienda. Col nostro progetto vogliamo riunire più ragazzi possibile sotto tre valori fondamentali: l’amicizia, perché questo brand è nato e si è sviluppato grazie alla collaborazione fra amici; la passione che ci accomuna per il disegno e per lo skate; la famiglia, un luogo di cui tutti possano sentirsi parte. (VIDEO)

A chi vi siete appoggiati per la comunicazione e la parte strategica? Da chi è composto il team che ha sviluppato le relazioni con i portatori di interesse?

Fino a poco fa eravamo io e Simone, poi grazie a un mio amico E.B. siamo riusciti a fare il sito Internet e anche M.S., Studente di economia all’università di Urbino mi ha dato due dritte su come fare marketing e strategia. Si sono sentiti così coinvolti che alla fine sono diventati anche loro parte del progetto e cerchiamo di farlo crescere insieme.
Diverse persone della realtà locale poi hanno chiesto di collaborare con noi, magari per tornei o feste per cui abbiamo fatto da sponsor creando apposite magliette o felpe.

Seguendo la tua pagina ho visto che molto ragazzi di Urbino e dintorni stanno collaborando con voi. Te l’aspettavi?

No, non me l’aspettavo e ne sono rimasto veramente colpito e spero di poter continuare a contare su di loro. Rimanendo sempre con i piedi per terra, speriamo di crescere e di continuare a creare collezioni nuove coinvolgendo sempre di più tutti i ragazzi che condividono i nostri valori, arrivando così a creare una vera e propria famiglia.

Che cos’è che rende speciale BBCrew? Fatti interessanti?

 Una curiosità è che la stampa sulle maglie è fatta totalmente a mano da noi perché non ci appoggiamo a terzi e questo è stato un altro passo che ci ha valorizzato molto. Inizialmente abbiamo fatto riferimento ad uno stampatore ma la qualità non era soddisfacente, quindi ci siamo appoggiati alla scuola per provare la serigrafia: il risultato era decisamente migliore. Con questa tecnica più artigianale siamo riusciti a riprodurre molti dettagli che con il modello digitale andavano persi. Ogni singolo pezzo si può considerare unico perché, essendo stampato a mano, non sarà mai uguale a un altro. Vorremmo far conoscere di più questo aspetto per valorizzare il brand.(VIDEO)

Dall’Università di Urbino escono profili formati in diverse discipline come giurisprudenza, economia e psicologia, che potrebbero entrare in una ipotetica Junior Enterprise. Come pensi che sarebbe accolta dal tessuto imprenditoriale locale?

Innanzitutto credo che a Urbino ci siano molti ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco e con un sacco di idee, che sicuramente potrebbero dare un contributo positivo alle imprese locali. Io ne avrei usufruito volentieri: magari avrei chiesto consulenze aggiuntive su come migliorare la nostra strategia nella distribuzione e nella comunicazione offline.
Quindi insomma… Speriamo di vedere presto una JEURB! 

#JEMIBreview

Pierluigi Vaccaro

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