COSA C’ENTRANO LE INVENZIONI DI MEUCCI CON GLI NFT?

La proprietà intellettuale è essenziale allo sviluppo tecnologico, un breve viaggio nella storia della proprietà intellettuale. Mentre si correva tutti verso il progresso, a un italiano cadde dalle mani l’opportunità di diventare l’inventore del telefono. In occasione della Giornata Mondiale dedicata alla Proprietà Intellettuale scopriamo insieme come ancora oggi, e forse più di ieri, siano importanti i brevetti.

IERI

Nonostante in Italia si attribuisca l’invenzione del telefono a Meucci Antonio, a livello internazionale è condivisa l’idea che il telefono sia stato inventato da Alexander Graham Bell. Questo perché Meucci rilascio nel 1871 un brevetto temporaneo per la sua invenzione chiamata Telettrofono, pur accorgendosi della gallina dalle uova d’oro che aveva tra le mani, Meucci non poté rinnovare il brevetto.

Sono infiniti gli esempi che dimostrano come i brevetti hanno permesso lo sviluppo e hanno protetto le idee. Immaginate un mondo dove le idee che sviluppate dopo averci investito tempo ed energie sono in balia della legge del più forte: d’altro canto in alcuni casi come le pandemie sospendere l’esclusività di produzione derivante dai brevetti e permettere a tutti di produrre vaccini può rivelarsi la scelta migliore. D’altro canto i brevetti creano anche un mercato che permette a molte persone di ricercare e innovare e di vendere in seguito i brevetti a industrie e aziende con un alto livello di produttività, le quali posseggono i mezzi giusti per sviluppare l’idea,  lo stesso Thomas Edison acquistò diversi brevetti, passati alla storia come suoi.
Basti pensare alla lampadina elettrica, sulla quale molti inventori si erano prodigati in precedenza riuscendo solo a riprodurla in laboratorio.
Ebbene, Edison ne comprò il brevetto da Woodward ed Evans e chiese ai suoi collaboratori di darle una utilità domestica.

OGGI

La proprietà intellettuale protegge le idee dalla legge del più forte:

Si consideri l’esempio di Cryptography Research, un’azienda specializzata nella sicurezza dei dati. A partire dal 2004, la società ha deciso di avviare un contenzioso contro il gigante delle carte di credito Visa, che secondo Cryptography stava violando i suoi brevetti sulle smart card. Per portare avanti la causa contro Visa, tuttavia, il fondatore aveva bisogno di risorse economiche.

Ecco perché decise di vendere un altro pezzo della sua attività, i brevetti che riguardavano la tecnologia che protegge i dischi Blu-ray dalla pirateria, a Macrovision, che ora è conosciuta come Rovi, nel 2007 per $ 45 milioni. “All’improvviso siamo diventati un formidabile avversario per qualcuno che pensava che non avremmo potuto combattere”, ha detto Kocher il direttore dell’azienda. Alla fine, la scommessa ha dato i suoi frutti, poiché le due società si sono accordate in via extragiudiziale, con Visa che ha accettato di concedere in licenza la tecnologia da Cryptography.

La proprietà intellettuale sul Web

Ad oggi la proprietà intellettuale è rilevante più che mai: in questi anni si è affermata la figura del venditori di Domini di siti web, questo non riguarda solo privati e piccole organizzazioni ma anche stati interi: Tuvalu ha ricevuto l’autorizzazione per utilizzare il dominio “.tv”, che per ovvi motivi può essere interpretato anche come “television“. Le alte cariche di Tuvalu già nel 2000, erano riuscite a negoziare il dominio, in seguito venne concesso l’utilizzo del dominio “.tv” agli acquirenti per 50 milioni di dollari in royalties da versare nell’arco di 12 anni. In parole povere, per molti anni il Governo di Tuvalu ha ricevuto un milione di dollari ogni tre mesi solamente grazie al suo dominio. 

DOMANI

 Rivolgendo lo sguardo al futuro, non è difficile pensare che quello che sarà la nuova frontiera della proprietà intellettuale sono le tecnologie legate alla Block-chain, dal punto di vista artistico la proprietà intellettuale e artistica si è reinventata con gli NFT (Non.Fungible.Tokens) ed è sotto gli occhi di tutti come acquirenti da tutto il mondo sono disposti a pagare cifre esorbitanti per acquisire la proprietà di quell’opera.

Luis Di Campo

#JEMIBreview

Facebook
Twitter
LinkedIn