Questa settimana vogliamo proporvi un articolo un po’ diverso dal solito… questo pezzo é stato scritto da Enza Gioia, una donna in carriera, una coach, co founder di Network Strategy e “last but not least” nostra trainer per rendere i nostri associati sempre informati ed aggiornati!
Il superamento del modello bancario tradizionale a favore del Digitale porta con se una ridefinizione del mercato del lavoro con la ricerca di competenze specialistiche e la creazione di nuove figure professionali.
Il modello tradizionale bancario, secondo gli esperti, è a tutti effetti superato. Che cosa ha determinato questo cambiamento? Sicuramente l’avvento delle tecnologie digitali, l’evoluzione della regolazione, la crescita del Fintech, l’arrivo di nuovi player che hanno una conoscenza profonda delle abitudini dei consumatori. Se pensiamo, ad esempio alla PSD2 (Payment System Directive 2) , entrata in vigore nel 2018, non possiamo non considerare come e quanto questo fenomeno abbia segnato l’inizio di una nuova era per il mercato bancario tradizionale. A seguito di questa novità legislativa la banca tradizionale ha iniziato a competere in un’arena presidiata anche da attori del BIG Tech che fino a poco tempo fa non avremmo mai immaginato tra gli operatori in grado di fornire servizi bancari ai consumatori. Oppure, Il confronto con gli operatori del Fintech che rappresenta per le banche tradizionali un’opportunità di accelerazione della trasformazione, oltre che una straordinaria opportunità di innovazione. Le banche tradizionali, in questo senso, dovranno ricorrere a competenze esterne e ne dovranno abilitare anche di nuove al loro interno per muoversi in uno scenario chesta cambiando molto rapidamente. Il superamento del modello di Banca tradizionale a favore del modello digitale si presenta, al momento, per i consumatori come un modello “di luci ed ombre”. Secondo uno studio condotto da McKinsey & Company, le principali criticità emerse dallo studio“Affluent Customer Insight” dedicato al comportamento d’acquisto dei consumatori nei prodotti d’investimento sono rappresentati dai Costi di consulenza più elevati rispetto agli altri paesi Europei . L’analisi evidenzia anche come, nel 2019, il 13% dei clienti “affluent” italiani abbia preferito investire in prodotti finanziari attraverso modalità digitali. Tale dato, mostra un ritardo rispetto al valore medio europeo, che si attesta al 32%. Questo evidenzia secondo la ricerca, un grande potenziale di crescita per l’Italia, sia per l’area della consulenza, sia per il digitale.
Questo scenario evidenzia quindi un’ottima opportunità di impiego e di crescita per figure professionali dal profilo in linea a questo mercato in evoluzione. Solo due numeri sul digitale, forniti da KPMG nel suo rapporto Digital Banking 2018.
In Italia il 73% della popolazione utilizza internet. Il 65% usa il mobile per accedere ad internet e il 57% della popolazione è attiva sui social.
In base ai dati forniti da Digital Coach, scuola specializzata sulla certificazione delle nuove professioni digitali, che ospita un portale dedicato alle offerte di lavoro specifiche in tale ambito, le aziende italiane che stanno introducendo modelli di business che utilizzano le nuove tecnologie per migliorare il proprio business sono sempre più numerose. Dall’analisi di tale portale, che dal 2015 ospita migliaia di annunci di lavoro nel settore digitale, emergono dei dati molto interessanti che forniscono importanti informazioni sulle esigenze del mercato e non solo su quello bancario.
Secondo Digital Coach la rivisitazione dell’organico aziendale tradizionale è data soprattutto dalla ricerca di nuove figure professionali, che possano sopperire alla mancanza di competenze digitali interne, ma che abbiano inoltre potenziali di cross-competence tra web e social media. Infatti, le offerte di lavoro pubblicate che hanno visto una maggiore richiesta sono proprio quelle relative al digital, inteso appunto come unione sia del web, che dei social media.
Osservando le offerte emerge anche il dato relativo alle figure professionali digitali più ricercate: 22% digitalmarketing specialist o manager, 20% il social media manager, 10% il SEO specialist, 10% il web marketing specialist, 10% l’e-commerce specialist o manager, 6% il SEM o PCC specialist.
Una fotografia del mercato del lavoro digitale che evidenzia, da un lato, nuove opportunità a chi già ha queste competenze e offre, dall’altro, alle Direzioni HR, utili spunti di riflessione per la definizione dell’offerta formativa per l’abilitazione di competenze digitali in azienda.
Enza Gioia – Coach in Digital marketing and Communication e Senior Partner di Parry & Associati
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