Tra analytics digitali ed estenuanti riunioni online, ciò che contraddistingue gli amanti della comunicazione e del marketing è la passione per la scrittura.
La crisi della scrittura
Dal sogno nel cassetto di essere un autore affermato al desiderio impellente di esprimersi sempre e ovunque, scrivere è ciò che ha contraddistinto l’homo creativa per secoli. La realtà delle cose però è chiaramente ben diversa. Gli scrittori creativi, sceneggiatori e writer, vengono pagati molto poco dai datori di lavoro o case editrici. Mentre i marketer e copywriter ritagliano sempre più parole tra presentazioni e copy per paura che il lettore perda la propria attenzione. Di fatto anche questo articolo è stato scritto con parole precise e ben calcolate perché solo il 20% di voi arriverà alla sua fine.
Nella crisi della scrittura arriva, dal paese che di crisi se ne intende, una voce squillante e decisa. Più che una voce si tratta di un coro, è quello della Writers Guild of America (WGA). Questo sciopero ha momentaneamente messo in pausa l’industria cinematografica di Hollywood, e gli appoggi a questa causa arrivano da chiunque, da Neil Gaiman fino a Christopher Nolan.

Perché lo sciopero è importante
Dedico una buona parte del mio esiguo stipendio ai servizi di streaming per godermi serie come Barry, Beef o Succession. Mi piace lasciarmi trasportare da storie coinvolgenti e divertenti, e mi piace pensare che i soldi che investo vengano destinati agli autori e agli artisti che le creano. Purtroppo, la realtà spesso è diversa, e gran parte dei profitti finisce nelle mani dei producer e dei manager aziendali. Vi invito a guardare qualche TikTok degli sceneggiatori WGA che stanno protestando, scoprireste facilmente che per una stagione TV guadagnano meno di tremila dollari. Somma esigua se si calcolano i mesi di lavoro dedicati. Banalmente se a ciò consideriamo i guadagni esorbitanti di servizi streaming e major cinematografiche, gli stipendi offerti sforano il ridicolo. Vi invitiamo a leggere l’articolo della CNN a riguardo.
Ci sono altre due ragioni importanti per sostenere lo sciopero della WGA, che vanno al di là dei nostri interessi personali da spettatori.
Innanzitutto, è una questione di equità e giustizia. Ogni lavoratore merita di ottenere una giusta ricompensa per il proprio lavoro, che si tratti di un operaio, di un infermiere o di uno sceneggiatore. Dovremmo tutti sostenere il diritto dei lavoratori di ottenere una fetta equa dei frutti del loro impegno e della loro creatività.
L’Intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?
Inoltre, questo sciopero ha un’importanza esistenziale che va oltre Hollywood. Viviamo in un’epoca in cui i progressi tecnologici possono avvenire da un momento all’altro, e le conseguenze di tali progressi possono influenzare il nostro modo di vivere e lavorare. La WGA sta combattendo per difendere la scrittura e gli autori umani dall’ascesa delle intelligenze artificiali che potrebbero sostituirci facilmente. Non è un caso che la maggior parte dei cartelli esibiti durante le proteste della WGA facciano riferimento a come nessun AI possa sostituire il lavoro di umano. Gli USA, che hanno influenzato le vite italiane dal piano Marshall finora, sono conosciuti per volere i massimi risultati al minimo salariale. Il detto vendere il ghiaccio agli eskimesi non descrive neanche le pratiche di management americane, più simili a un “fai produrre ghiaccio ai residenti dell’Antartide a basso costo, spedisci il ghiaccio in Artide in container così che l’inquinamento generi più domanda di ghiaccio”. Metafora lunga per dire che i produttori hollywoodiani non ci penseranno due volte nel sostituire gli scrittori con l’intelligenza artificiale. Non si tratta di fantasia o allarmismo, bensì della prossima realtà.
Dal cinema, alla lettura, al marketing!
La WGA sta combattendo una cultura aziendale che vuole sostituire gli esseri umani con l’intelligenza artificiale, e se sei un avvocato, un architetto, un commercialista, un operatore sanitario o un addetto al servizio clienti, se riempi fogli di calcolo, invii e-mail o scrivi poesie, codice o rapporti di ispezione, se usi le parole, in generale, per guadagnarti da vivere, la WGA sta scioperando anche per te.
Se lavori al computer, se svolgi professioni che richiedono creatività e competenza linguistica, questo sciopero riguarda anche te. La difesa della scrittura e degli autori è cruciale per proteggere la nostra capacità di esprimerci e di lavorare in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia. Come recita la famosa canzone di High School Musical
“We are all in this together”.
L’intelligenza artificiale può aiutare il management a ridurre i costi, o almeno è ciò i producer sperano ardentemente. Hollywood non vede l’ora di chiedere all’A.I. di scrivere una nuova sceneggiatura di Harry Potter prima di mezzogiorno. Successivamente, sarà l’A.I. a scrivere un libro di cucina, un contratto prematrimoniale o un comunicato stampa. Click, click, click.

Non ho paura dell’innovazione, ma la WGA sta facendo fronte alle autorità che dovrebbero saperne di più. Ciò che fa più ridere è che sono stati gli sceneggiatori e scrittori stessi ad avvisarci del pericolo dell’AI anni fa. Pensata a Terminator, 2001 Odissea nello Spazio o Blade Runner. Sembra che gli studios non riescano, perdonate la battuta, a leggere fra le righe.
Per l’uomo comune, per il Mario Rossi brianzolo, insomma, per adesso non cambia nulla. L’unico elemento che a mano a mano si sta modificando è quello della percezione di sé. Se prima eravamo in competizione con noi stessi tra poco saremo in competizione con delle AI, e l’ansia e l’affaticamento del vivere in questo mondo iper connesso si farà sentire. Per approfondire ti lascio l’ultimo articolo di JEMIB a riguardo.
Grazie per la lettura,
perché…siete arrivati fin qui, giusto?
Federico