GREEN DEAL E LOCKDOWN

Perché non utilizzare i finanziamenti europei stanziati per fronteggiare l’epidemia COVID-19 in ottica di rinnovamento anche parziale della capacità produttiva delle imprese?
Per quanto possa sembrare controintuitivo, investire in un momento di congiuntura economica negativa permetterebbe l’allocazione delle risorse orientata al medio-lungo periodo. Inoltre permetterebbe di affrontare più consapevolmente il futuro sia sotto il profilo della sostenibilità ambientale, facendo piccoli passi verso la realizzazione degli obiettivi del Green Deal, sia sotto il profilo della riduzione dei costi di produzione.

Il Green Deal è una strategia di crescita economica che assicura anche la protezione dell’ambiente. Le energie rinnovabili e le tecnologie pulite costituiscono un’opportunità economica e industriale che apre le porte a un futuro più radioso, che non potrebbe essere garantito dal ritorno a un’economia basata sui combustibili fossili, frenata da incertezza e imprevedibilità dei prezzi degli stessi.

Piuttosto che implementare strategie per sostenere il ripristino del passato, cristallizzando così modelli economici obsoleti e investendo in soluzioni destinate a essere abbandonate, dovremmo investire in nuovi paradigmi produttivi per creare dopo la crisi condizioni migliori di quelle in cui le imprese si trovavano prima del lockdown, per essere pronti ad affrontare il nuovo futuro, incentrato sulla sostenibilità, competitività internazionale e maggiore consapevolezza sulle limitate risorse che il pianeta può offrire.

La situazione attuale potrebbe essere un ottimo punto di partenza per iniziare un nuovo capitolo dell’economia, e bisogna considerare nel dettaglio gli effetti positivi di lungo termine ottenibili utilizzando coscientemente i fondi a disposizione.
Con il decreto in arrivo nei prossimi giorni, l’Italia mira a rafforzare l’eco-bonus attualmente in vigore; l’ecobonus è una consistente detrazione fiscale per gli interventi di efficienza energetica negli edifici. L’attuale detrazione è diversificata sulla base della natura degli interventi attuati (varia dal 50-65%, fino ad arrivare all’80%), e dovrebbe salire al 120% per gli interventi sostenuti dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2022.

Un lockdown green

Il lockdown volto a contenere la diffusione del Covid-19 ha implicato, tra le altre cose, anche una consistente riduzione nei livelli di emissione di NO​2 e​ CO​2.​
Globalmente, nelle prime due settimane di lockdown, in Pianura Padana si è registrata una decrescita del 40% delle emissioni di NO​2.​ Ciò è imputabile alla riduzione del traffico, al minor utilizzo dei sistemi di riscaldamento e allo stop quasi totale del traffico aereo.

Per quanto riguarda il traffico di autoveicoli, si è assistito a una diminuzione sia a livello urbano che extraurbano: nella settimana dal 25 febbraio al 4 marzo il traffico autostradale è calato in media del 18% (dati Aspi). Il traffico pesante ha subito un leggero rialzo, dovuto all’aumento delle vendite online, mentre i veicoli leggeri hanno registrato un calo del 20%. La riduzione totale del CO​2​ da traffico veicolare, secondo una stima dell’Ispra, è stata di 139.960 tonnellate.

traffico sulle strade

Ispra ha potuto stimare la notevole riduzione delle emissioni di CO​2​ nelle Regioni già in una settimana, per un totale di 78.000 tonnellate imputabili solamente allo spegnimento dei sistemi di riscaldamento nelle scuole, chiuse a causa dell’epidemia.
Anche il traffico aereo ha subito drastiche diminuzioni: i voli per il trasporto passeggeri sono stati ridotti del 44% rispetto al 2019, e sono in forte calo anche i voli cargo; il risparmio di emissioni imputabile alla riduzione del traffico aereo è stimato a 210.000 tonnellate per il periodo intercorrente tra il 15 febbraio e il 4 marzo.

Effetti a livello globale

Secondo alcuni esperti in tema di inquinamento, il lockdown rappresenta il più esteso case study mondiale per rilevare quanto l’uomo incida sull’inquinamento.
Le rilevazioni del satellite ESA Sentinel-5P mostrano che il livello di diossido di idrogeno (NO​2)​ sui principali distretti industriali asiatici ed europei sono nettamente ridotti rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019: di seguito riportiamo due grafici che confrontano la situazione dell’inquinamento dell’aria prima e durante il Covid.

La riduzione dell’inquinamento potrebbe giovare fortemente, oltre che all’ecosistema, anche alla salute umana, e in particolare a quella dei pazienti affetti da asma ed altri problemi respiratori: infatti, ​NO2​ è uno dei principali gas inquinanti, e può causare l’infiammazione delle vie aeree qualora presente in concentrazioni superiori ai 200 microgrammi per metro cubo. Oltre ad esacerbare le problematiche relative alle patologie respiratorie, le polveri inquinanti disperse nell’atmosfera, secondo nuove evidenze scientifiche, rappresentano inoltre un efficace vettore per gli agenti patogeni. Ad ogni modo, a prescindere dall’attuale situazione sanitaria, una riduzione dell’inquinamento è necessaria anche ai fini del miglioramento della qualità della vita: lo stop alle emissioni per soli due mesi in Cina ha salvato la vita di circa 80000 persone, secondo delle recenti stime.

In relazione al lockdown, è però configurabile un possibile scenario negativo: se le imprese, post riapertura, utilizzassero impropriamente il fattore capitale superando la capacità produttiva di impianti funzionanti a energie non sostenibili, e se i singoli consumatori iniziassero ad utilizzare esclusivamente mezzi privati per recarsi al lavoro, potrebbe generarsi addirittura un rimbalzo negativo nella quota di gas inquinanti emessi.

Proprio per questo, gli imprenditori dovrebbero investire in modo oculato sulla riconversione green, e il governo dovrebbe continuare ad incentivarli. La speranza è anche che i singoli consumatori optino per prodotti a basso impatto ambientale, e che si guardi con occhi diversi anche alle soluzioni di green mobility (come la bicicletta o i mezzi elettrici), ormai radicate ed ampiamente diffuse nelle città metropolitane.

Alla luce di quanto detto, è necessario che i privati, le imprese e il governo cooperino, e agiscano all’insegna del ​Carpe Diem​ per scrivere un nuovo futuro più green e soprattuto più consapevole.

Linda Brunelli

#JEMIBreview

Per approfondire: h​ttps://www.ilsole24ore.com/art/aerei-iata-stima-perdita-252-miliardi-dollari-ricavi-le-compag nie-ADJpdaF

https://cdn.statcdn.com/Infographic/images/normal/20887.jpeg https://www.theguardian.com/environment/2020/mar/23/coronavirus-pandemic-leading-to-hu ge-drop-in-air-pollution

https://www.ilsole24ore.com/art/green-deal-commissione-europea-presenta-piano-all-italia-4 00-milioni-ACqWEvBB https://www.lastampa.it/esteri/2020/04/16/news/che-tipo-di-mondo-vogliamo-dopo-il-covid-19 -1.38722089

https://sustainabledevelopment.un.org/?menu=1300

https://blogs.scientificamerican.com/observations/the-green-new-deal-is-more-relevant-than- ever/

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/coronavirus-ed-emissioni-co2-l-aria-piu-pul ita-ma-non-buona-notizia-perche/3f1d4156-62d6-11ea-a693-c7191bf8b498-va.shtml

https://www.sciencealert.com/here-s-what-covid-19-is-doing-to-our-pollution-levels https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/coronavirus-ed-emissioni-co2-l-aria-piu-pul ita-ma-non-buona-notizia-perche/3f1d4156-62d6-11ea-a693-c7191bf8b498-va.shtml

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