La Biennale di Venezia è una delle prime fondazioni culturali italiane con sede nell’incantevole città di Venezia. Non è un semplice museo come molti potrebbero pensare, al suo interno si trovano infatti sia opere di natura figurativa che musicale, cinematografica e teatrale. È una delle meraviglie italiane più invidiate dai Paesi stranieri, che da oggi è possibile visitare anche all’interno del Metaverso.
Le origini della Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia ha alle spalle ben 127 anni di storia: fin dal suo esordio nel mondo dell’arte si è posta all’avanguardia nella promozione di nuove tendenze artistiche e culturali, che l’hanno portata ad essere uno dei centri più visitati in tutto il mondo. Il nome biennale deriva dalla cadenza delle sue manifestazioni, che avvenivano appunto ogni due anni, e che mantengono tutt’oggi questa tradizione.
L’origine della sua fama mondiale risale al 1895 con la Prima Esposizione Internazionale d’Arte attraversando poi tutto il ‘900 fino ad arrivare nel 2019 alla sua 58esima edizione. In quel periodo la Biennale si presenta come una vera e propria società di cultura che ha l’obiettivo di stimolare l’attività artistica dei pittori e di arricchire il mercato dell’arte nella città di Venezia e, quindi, di tutta Italia.
È proprio qui che nel 1932 si è tenuta la Mostra D’Arte Cinematografica, il primo festival cinematografico mai organizzato nel mondo, che assieme al teatro e alla musica compone ancora oggi l’offerta culturale di questa fondazione.
Le mostre e i musei riusciranno ad entrare nel Metaverso?

Prima di parlare di musei nella realtà virtuale, è necessario spiegare brevemente che cosa è il Metaverso: questo termine viene usato per indicare un qualsiasi mondo digitale aperto al pubblico.
Viene definito da Neal Stephenson, primo autore nel mondo ad utilizzare questo termine, come uno “spazio tridimensionale nel quale le persone fisiche possono muoversi, condividere ed interagire”. È però importante sottolineare che, al giorno d’oggi, non esiste un unico Metaverso, ma ci sono diverse realtà che sono collegate nella rete virtuale. Un altro dei termini più in voga del momento è gamification, ovvero il fatto di inserire, all’interno di un determinato contesto, elementi tipici dei videogiochi per riprodurre uno schema basato sulla sfida-ricompensa, che invoglia le persone a prenderne parte. Molti siti internet hanno già implementato questa soluzione per aumentare l’ER (Engagement Rate), e si sta pensando di applicare questa soluzione anche nei musei, per coinvolgere maggiormente i visitatori durante la loro visita.
Come sarà il futuro dei musei?
I musei e le mostre, sedi di una realtà storica intrinseca nella mente umana, sembrano essere qualcosa di davvero distante rispetto al mondo della realtà artificiale e virtuale, ma forse non è proprio così. Immaginate di potervi teletrasportare al Cairo, e poter visitare l’autentico Museo Egizio con tanto di guida nella vostra lingua, dalla comodità della vostra camera da letto. Potrebbe essere un modo completamente innovativo di vivere l’arte e la cultura, in grado di avvicinare le nuove generazioni che negli ultimi anni, sempre in numero maggiore, non visitano più i musei.
Stando infatti alle ricerche dell’ ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) condotte nel 2016, si evince che 7 ragazzi italiani su 9 non si sono mai recati a visitare un museo. A causa dell’emergenza sanitaria e dei conseguenti lockdown che ci hanno costretto a rimanere nelle nostre case, si stima che questo numero, purtroppo, sia ulteriormente cresciuto. Adottare una soluzione di questo tipo potrebbe permettere a molti più giovani, e non solo, di vivere la cultura italiana ed estera senza il bisogno di spostarsi fisicamente. Pensiamo agli anziani, impossibilitati dal muoversi dalla propria abitazione, che avrebbero la possibilità di visitare i musei di tutto il mondo senza spostarsi. Pensiamo ai giovani ragazzi delle scuole che potrebbero respirare l’aria di storia dei musei stando seduti sui banchi di scuola. D’altra parte è bene ricordare che tutta questa digitalizzazione del mondo culturale potrebbe avere degli aspetti negativi impattanti sul nostro modo di vivere. Sarebbe molto bello poter vedere i musei di tutto il mondo da casa propria, ma questo porterebbe ad un calo del turismo fatale per alcuni Paesi che vivono solo di quello. Molte compagnie che si occupano del trasporto pubblico potrebbero fallire, migliaia di persone che lavorano nel settore turistico perderebbero il loro lavoro, e alcune città del mondo rischierebbero di essere vuote.
La Biennale nel Metaverso

Quest’anno si svolge la 59esima edizione Biennale Arte , una delle mostre più importanti e sentite sul territorio italiano. Quest’anno si tratterà di un’edizione particolare, in quanto sarà possibile trovarla anche nel Metaverso.
È la prima volta che in Italia accade una cosa simile, sarà infatti possibile visitare le numerose opere che saranno esposte nel museo, senza la necessità di recarsi a Venezia, ma semplicemente utilizzando il proprio PC.
Il Settimanale Vanity Fair presenta Meta Vanity, il primo Museo Virtuale in Italia, un luogo in cui è possibile osservare nel Metaverso delle opere uniche. Non appena si accede a questo mondo virtuale ci si catapulta in una stanza che prende ispirazione dal Pantheon di Roma, ovvero una grande stanza sormontata da una cupola aperta, che rappresenta il punto centrale dell’intera mostra. È poi possibile spostarsi in diverse stanze e corridoi, come se ci si trovasse in un museo vero e proprio, dove si possono vivere esperienze di conoscenza e intrattenimento. Vi sono numerose opere firmate dai 19 artisti più emergenti della scena artistica-digitale e crypto-internazionale, che si presentano come dei veri e propri NFT (Non-Fungible Token), opere uniche ed irripetibili registrate su Blockchain.
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Aurora Pintarelli