IMPRENDITORIA ITALIANA: LA RICOSTRUZIONE DA QUI

L’Italia è “il giardino d’Europa”. Si tratta, infatti, di uno scrigno di impareggiabile ricchezza e bellezza: storia, arte, letteratura, cultura, paesaggi, cucina… La lista delle meraviglie del bel paese potrebbe continuare ancora.
Troppo spesso però ci si dimentica che questo immenso patrimonio è molto fragile, soprattutto di fronte a catastrofi naturali come lo sciame sismico che in questi mesi sta flagellando il cuore di questa terra.

Ma non bisogna lasciare che la distruzione e la paura spingano ad abbandonare questo tesoro. Bisogna rimboccarsi le maniche e fornire un sostegno concreto a questi luoghi e alle popolazioni che li abitano: è il messaggio di alcuni grandi imprenditori che, attraverso azioni esemplari, hanno deciso di aprire uno spiraglio di speranza.

Stiamo parlando, tra questi, di Diego Della Valle, patron del Gruppo Tod’s, fiore all’occhiello del made in Italy di lusso.

L’imprenditore marchigiano da anni si impegna a supportare iniziative che hanno lo scopo di tutelare e promuovere il patrimonio storico e culturale del nostro paese: nel 2011 ha avuto inizio una collaborazione tra il Gruppo Tod’s e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, volta a un restauro del Colosseo attraverso opere per un valore pari a 25 milioni di euro. Con lo stesso intento di valorizzazione della cultura italiana, il Gruppo sostiene il Teatro alla Scala e il Padiglione di Arte Contemporanea di Milano e, attraverso l’affitto degli spazi di Villa Necchi a Milano per presentare le collezioni, il Fondo Ambiente Italiano (FAI) [1].
E, sulla scia di questo fondamentale contributo, è arrivata proprio in questi giorni la notizia della costruzione di una nuova fabbrica entro un anno ad Arquata del Tronto, uno dei comuni devastati dal sisma del 24 agosto, e tuttora colpito dalle continue scosse.
Lo scorso 5 novembre, Della Valle ha acquistato un’area di cinquemila metri quadrati: lì sorgerà lo stabilimento che aveva promesso al sindaco della cittadina Aleandro Petrucci durante l’incontro dello scorso 18 settembre.
Secondo l’imprenditore, aprire fabbriche e portare lavoro in questi territori è la migliore medicina per chi soffre, poiché significa ridare a queste persone il futuro che hanno perso.
Egli, inoltre, è intenzionato a coinvolgere il più possibile il mondo imprenditoriale e, dunque, si dichiara disposto a cercare di convincere personalmente i suoi colleghi imprenditori, che – è certo – si renderanno disponibili a portare un aiuto reale a tutti coloro che devono ripartire da zero.

Un altro esempio di profonda umanità è quello di Brunello Cucinelli, imprenditore perugino, la cui filosofia aziendale è da sempre quella dell’”impresa umanistica”, nata dalla volontà di «dare all’impresa un senso che vada oltre il profitto, e reinvestire per migliorare la vita di chi lavora, per valorizzare e recuperare le bellezze del mondo» [2].
In pieno accordo con questi valori e obiettivi si pone l’iniziativa del re del cashmere di contribuire alla ricostruzione del monastero (alla cui ristrutturazione aveva già collaborato anni fa) e della Basilica di San Benedetto a Norcia, crollati in seguito alle violente scosse dello scorso ottobre.
In occasione della Leopolda, kermesse svoltasi a Firenze tra il 4 e il 6 novembre, Cucinelli, sottolineando il suo speciale rapporto con Norcia, ha descritto il suo piano di sostegno materiale, oltre che morale, ai monaci e ai cittadini di quella che è stata definita dal Premier Matteo Renzi “l’anima dell’Europa” e di tutti i luoghi circostanti messi in ginocchio da questa calamità.
A sottolineare lo spirito benedettino di forza e tenacia, che spinge a ricominciare sempre, Cucinelli ha riportato la richiesta fattagli da padre Cassian, abate del monastero norcino, durante il loro incontro tra le macerie, immediatamente successivo ai crolli del 30 ottobre: un trattore per la mattina successiva.
L’imprenditore vuole partecipare attivamente a questo progetto di rinascita: la sua idea prevede, in un primo momento, la realizzazione di una piccola cappella in legno nella piazza; successivamente si procederà alla ricostruzione degli edifici. Sarà fondamentale, afferma, la presenza di molte gru: con questa si riaccenderà la speranza.
Egli ha proseguito il suo discorso menzionando gli “angeli del fango” – i volontari che, in seguito all’alluvione che si abbattè su Firenze nel 1966, hanno lavorato con impegno e ardore per restituire ai fiorentini la loro quotidianità – per esortare le aziende, i volontari, i giovani di tutto il mondo ad essere oggi “angeli della pietra”, che ricostruiscano le case, le chiese, la vita.
E sono diverse, aggiunge, le aziende che già si sono fatte avanti per “adottare” un monumento di queste terre.

Con questi gesti di tangibile solidarietà, l’alta imprenditoria italiana dimostra il forte legame con il proprio territorio e insegna che il punto di partenza per avere successo a livello internazionale è proprio il riconoscimento del valore della ricchezza italiana, dai monumenti alla sua gente: la grandezza dei nostri brand, dunque, non poggia solo su un’eccellente e razionale gestione dell’esperienza quotidiana, ma affonda le sue radici in valori ben più nobili e profondi, che si traducono nella capacità di trasformare una situazione drammatica in un messaggio di rinascita e ripresa, attraverso la creazione di opportunità a partire dalle macerie di simili contingenze disastrose.

[1]  Fonte: https://www.todsgroup.com/it/sostenibilita/partnerships/

[2] Fonte: http://www.brunellocucinelli.com/it/filosofia#/page/3

#JEMIBreview

Chiara Archetti

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