MAFIA ED ECONOMIA ITALIANA

In occasione della commemorazione della morte di Paolo Borsellino in questo articolo andremo ad analizzare l’impatto che le mafie hanno al giorno d’oggi sull’economia italiana.

Il legame con l’economia legale

Le mafie non sono affatto una realtà distante, nonostante sul piano sociale siano in una posizione scomoda, l dimostrano tuttora una forza enorme sul piano politico-economico, acquisendo nuovi consensi all’interno delle élite imprenditoriali di diversi settori economici. Gli enormi profitti ricavati dalle attività illecite, in particolare dal traffico di droga, sono reinvestiti nell’economia legale: “Le mafie sono diventate, nonostante la repressione, protagoniste di una parte dell’economia italiana e internazionale”.

Fonte: commissione antimafia

Un nemico ben mimetizzato

In questo contesto di profonde trasformazioni della criminalità organizzata c’è un minore ricorso alla violenza. Per favorire le relazioni di scambio e collusioni nei mercati legali, viene utilizzata la disponibilità degli imprenditori ad entrare in relazioni con i mafiosi, pur sapendo con chi hanno a che fare, sulla base di semplici valutazioni di convenienza e di competitività delle loro aziende. Si traduce in un modus operandi, nel quale le mafie prediligono il ricorso sistematico alla corruzione per facilitare l’infiltrazione negli appalti e nei sub-appalti.

Le mafie sono interessate soprattutto a stabilire relazioni con imprenditori, politici e funzionari del settore pubblico, i quali forniscono loro competenze nel settore, pur non essendo propriamente inseriti nell’organizzazione.

Il meccanismo è efficace per le aziende che vogliono tagliare costi ed incrementare i profitti, e dall’altra le mafie, che forniscono servizi, capitali e strumenti per il recupero dei crediti, ottenuti per via illegale.

Fonte: Le Monde France

Come le mafie si sono evolute

Negli anni le mafie si sono evolute e hanno adottato strategie simili a quelle di una multinazionale e non solo, esse infatti:

  1. Hanno allargato il loro campo d’azione
  2. Hanno attuato profili organizzativi più mimetizzati e flessibili e ricerca di legami con il mondo politico e imprenditoriale.
  3. Sono entrate nell’economia legale: sia nei settori “tradizionali” (edilizia, appalti, commercio, sanità pubblica e privata, trasporti e infrastrutture, contraffazione, contrabbando) che quelli “nuovi” (rifiuti, energie rinnovabili, turismo, giochi e scommesse, servizi sociali, accoglienza dei migranti, investimenti finanziari, comparto immobiliare etc).

Fonte: commissione antimafia

Durante la crisi non è mutato solo il virus, ma anche le mafie.

Uno degli obiettivi della maggior parte delle organizzazioni criminali è quello di sostituirsi allo stato e alle istituzioni. Non è dunque una sorpresa che durante la Pandemia, dove l’insicurezza e le difficoltà sanitarie ed economiche la facevano da padrone, il ruolo delle mafie sia mutato. Questo è dovuto soprattutto al lavoro in nero. Il sud Italia, è caratterizzato da una fetta rilevante di persone che lavora senza contratto e garanzie, rappresenta il 38% sul totale del lavoro in nero in Italia, senza dimenticare la percentuale sull’intera Penisola.

Una volta che sono iniziate le restrizioni dettate dalla quarantena nella primavera del 2020, migliaia di persone si sono ritrovate senza lavoro e senza la possibilità di provvedere a se stessi e alla propria famiglia. Le mafie hanno approfittato di tutto ciò come descrive l’articolo di Le Monde: le Mafie si sono sostituite alle banche per estendere la propria presa su aziende e privati in difficoltà, offrendo prestiti con interessi fino al 1000%.

“Gli strozzini non sono mai attivi come nei periodi di crisi, come le recessioni economiche o le calamità naturali

osserva la P.M Alessandra Dolci, capo della direzione antimafia di Milano. Quella del Covid-19 è un’occasione unica per la criminalità organizzata per rafforzare il proprio potere. 

Fonte: Le Monde France

Il potere delle mafie

In un Articolo di Les Echos (giornale francese) si legge:

“La ‘ndrangheta calabrese, la mafia più potente del mondo, ha fatturato nel 2013 circa 53 miliardi di euro (3,5% del PIL italiano), più di quelli di McDonald’s e Deutsche Bank messi insieme. Presente in tutto il mondo con più di 60.000 affiliati, ha il sopravvento sul traffico internazionale di droga, che da solo rappresenta un fatturato di quasi 24 miliardi di euro. Con Cosa Nostra, la camorra siciliana e napoletana, le metastasi del cancro della mafia, non potevano che estendersi a tutto il corpo economico italiano.”

“Segui i soldi e troverai la mafia”, ripeteva il giudice Giovanni Falcone

Fonte: Les Echos

La Mafia ci rende più poveri

Secondo uno studio del Professore di Economia nel dipartimento di Analisi Politica e Gestione Pubblica, Paolo Pinotti, considerando il periodo che va dai conflitti mafiosi nella metà degli anni 70 in poi, il tasso di omicidi è quadruplicato passando da 1 omicidio ogni 100000 abitanti a 4 ogni 100000 nelle regioni di Puglia e Basilicata.

Nonostante fino all’inizio degli anni 70 Puglia e Basilicata rappresentassero due esempi del successo del sud Italia con bassi livelli di criminalità e un relativo alto livello di crescita economica, non appena le organizzazioni criminali si sono stabilite il loro tasso di omicidi è quadruplicato. Questo ha portato ad un forte calo di investimenti privati e ad un calo delle performance economiche, che successivamente sono stati sostituiti da investimenti pubblici rivelatisi inefficienti in quanto compromessi dalle attività mafiose. Questi meccanismi sono stati ancora più forti nelle regioni di Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata.

Fonte: The guardian

Ma come si combattono le Mafie?

Se vogliamo cercare una risposta alla domanda non possiamo fare altro che cercarla nelle parole di chi alla lotta alle mafie ci ha dedicato la sua carriera le energie il proprio coraggio e purtroppo la propria vita.

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”.

Le parole di Borsellino ci ricordano che se vogliamo cambiare qualcosa dobbiamo cambiare innanzitutto noi stessi, Gandhi avrebbe approvato questo pensiero (“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”). Se vogliamo cambiare alla radice tutto ciò che di orrendo le mafie hanno portato dobbiamo far sì che l’educazione alla lotta alle mafia sia il fulcro se si vuole vedere un cambiamento, e soprattutto bisogna avere il coraggio di lottare, come Falcone, Borsellino e migliaia di italiani hanno fatto.

“È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”

Paolo Borsellino

#JEMIBreview

Luis Alberto Di Campo

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