Accedere ad un universo parallelo digitale si sta rivelando un’interessante opportunità per molte aziende e Versy si occupa proprio di consegnare delle chiavi e una porta per il metaverso.
Secondo Versy “il metaverso è un mondo digitale separato che si fonde con quello reale e fisico.” Combinando le funzioni dei social network e dei videogiochi, permette di immaginare e realizzare esperienze uniche, che possono assumere la forma perfetta per le finalità di chi ne acquisisce uno spazio.
La definizione operativa di McKinsey ci permette di mettere a fuoco questo concetto. Da un lato “Il metaverso sembra essere qualunque cosa le persone immaginino” e può assumere le sembianze di una piattaforma di gioco, di uno strumento di formazione, di un canale pubblicitario e molto altro.
Da un’altra prospettiva, presenta delle caratteristiche ricorrenti. Nella sua forma più elementare, fornirà sicuramente un senso di immersione, interattività in tempo reale e user agency. La visione completa del metaverso, invece, includerà anche interoperabilità tra piattaforme e dispositivi, concorrenza con migliaia di persone che interagiscono contemporaneamente ed esperienze di utilizzo estremamente variegate.

In una chiacchierata con Piero Fioretti, CEO e founder di Versy, abbiamo approfondito il tema e l’importanza di estrarre valore dall’esperienza digitale.
Fioretti ha definito Versy “lo Shopify del metaverso”, o meglio, una piattaforma per costruire esperienze virtuali, no-code, gestita in autonomia dall’azienda cliente. Lavora con imprese per far sì che possano costruire un’esperienza per il proprio target, fruibile attraverso smartphone, tablet o pc, che lo renda più predisposto a legare con l’azienda stessa.
“Non serve conoscere il codice” e “chiunque può costruire un metaverso con Versy”, ma come funziona la realizzazione? Qual è il ruolo del cliente?
Versy è un software as a service in cui il codice è predisposto dal nostro team o da fornitori esterni. L’idea è permettere alle imprese che lo adottano di costruire un metaverso in 5 minuti e scegliere le esperienze fruibili dal proprio target, come inserire uno store, una galleria, riferimenti ai propri prodotti e infine scegliere quali analytics misurare.
La piattaforma comprende una parte opensource, quindi gli sviluppatori possono costruire plugin che vengono rivenduti a tutte le altre aziende che utilizzano Versy.
I plugin sono come dei moduli e possono essere composti dalle aziende clienti, per costruire il proprio metaverso. Senza scrivere codice, un’azienda può disporre dei moduli e delegare la gestione del proprio spazio virtuale al team marketing. In questo modo non è sempre necessaria la presenza di un team di sviluppo o di un team 3D, la modifica diventa più semplice, rapida e meno costosa. Il team di Versy può comunque supportare nella costruzione del metaverso, anche tramite agenzie marketing partner.
Perché un’azienda oggi dovrebbe cercare di entrare nel metaverso? Chi si rivolge a Versy?
Versy lavora principalmente con agenzie marketing o web, perché realizzano uno spazio nel metaverso per i propri clienti.
Però, fornire il metaverso in sé è solo l’obiettivo iniziale, perché essere nel metaverso non basta. Infatti bisogna cercare di tirare fuori del valore, come dati, strumenti per creare engagement e convertire questa interazione positiva in clienti o membri attivi di una community.
Si rivolgono a Versy anche aziende dell’education o istituti, come il New York Institute of Technology. Ad esempio possono sfruttare la piattaforma per realizzare laboratori nel metaverso. Pensiamo ad una lezione di interior design: un professore potrebbe settare lo spazio virtuale e permettere agli alunni di sperimentare gli effetti della disposizione in una stanza dei punti luce o dei vari pezzi di arredamento.
Collaboriamo anche con community alla ricerca di un posto nel metaverso per passare del tempo insieme e avere la possibilità di far incontrare le persone in un ambiente che dà un senso di connessione più forte rispetto ad una chat online.
Abbiamo anche realizzato delle esperienze gamificate, come un escape room, che è ambientata in una cucina e lungo il percorso, durante la risoluzione degli enigmi, compaiono i prodotti dell’azienda, in stile branded content. Alla fine del percorso si raggiunge un’area in cui si riceve un buono sconto e si incontrano virtualmente altre persone che hanno raggiunto la fine del gioco.
Questo tipo di contatto modifica l’immagine dell’azienda, perché si conosce un marchio in un mondo colorato, tramite un’esperienza che dovrebbe essere positiva e divertente.
Quanto è importante e difficile da realizzare l’interconnessione “dei metaversi”?
A volte diciamo che “crei il tuo metaverso”, ma non è proprio così, Versy ti dà gli strumenti per creare il tuo spazio nel metaverso, allo stesso modo di come puoi creare il tuo sito su internet, non il tuo internet. Rendere gli spazi nel metaverso interconnessi è relativamente semplice, il problema più importante è connettere in entrambe le direzioni ambienti realizzati da diverse piattaforme. Ad esempio tramite Versy puoi mandare persone in Decentraland, ma se non ci fosse un collegamento da Decentraland a Versy, non sarebbe possibile fare il contrario, ovvero riportarle indietro.
In realtà il problema principale “dei metaversi” è l’interoperabilità.
Se personalizzassi il mio avatar, comprando dei vestiti, gioielli o accessori, potrei incontrare problematiche nello spostamento su altre piattaforme. Questo avviene perché il protocollo con cui sono realizzate le grafiche è diverso per ogni metaverso, quindi non tutti gli elementi che ho acquistato in uno spazio, possono essere visualizzati perfettamente anche negli altri mondi.
Per superare questo problema, si sta cercando di sviluppare un protocollo unico o perlomeno comune, che faccia sì che tutti questi metaversi possano parlarsi e si possano portare oggetti da una parte all’altra. La soluzione tuttavia è tutt’altro che semplice. Pensiamo ad esempio a Sandbox, un mondo virtuale che si presenta a voxel, ovvero pixel cubici, come Minecraft. Come si potranno rendere dei dettagli piccolissimi, come un braccialetto, in un mondo progettato con una grafica meno realistica?
Un altro rischio è rovinare un mondo pensato diversamente: se comprassi un’auto in un metaverso e mi spostassi in un altro spazio virtuale, ambientato nel Medioevo e mi muovessi in automobile, l’ambientazione perderebbe di senso.
Sia interconnessione che interoperabilità sono aspetti vantaggiosi sia per i clienti, perché rendono l’esperienza più fluida, sia per le aziende, che possono trarre vantaggio dalla circolazione dei propri prodotti in diversi spazi virtuali.
Quali sono, se ci sono, gli aspetti negativi del metaverso?
Tutte le tecnologie possono essere usate per fare del bene o del male, non è la tecnologia in sé ad essere positiva o negativa. Allo stesso modo i problemi del metaverso dipenderanno da quello che le aziende e i creativi realizzeranno, non dal metaverso stesso.
Un primo esempio può essere harassment, che ha portato ad introdurre un raggio di distanza minimo tra ogni avatar.
Qualcuno potrebbe sviluppare una sorta di dipendenza nello stare nel metaverso: se riesci a stare molto meglio nel mondo virtuale, il rischio è smettere di curarsi della realtà fisica. Questo può portare ad isolamento, stress e depressione.
Il fenomeno dei leoni da tastiera è molto più potente, perchè da un lato chi aggredisce può proteggersi con l’anonimato, spingendosi anche verso comportamenti che non adotterebbe nel mondo fisico, dall’altro lato chi subisce una violenza verbale, vive un’esperienza più forte emotivamente perchè gli insulti online sono più pesanti nel metaverso. Per contrastare questi fenomeni ci potrebbe essere la possibilità di bloccare le persone che infastidiscono. Dal punto di vista di un’impresa, entrare nel metaverso è costoso, richiede moltissimo tempo e l’uso della blockchain, ancora poco adottata.

È stato un piacere approfondire il tema con Piero Fioretti, che ringraziamo molto per gli spunti interessantissimi e per averci guidato nel dietro le quinte di un business innovativo!
Abbiamo raccolto alcuni consigli dal team di Versy, per approfondire il tema:
- Blog “Building the metaverse”
- Profilo Linkedin di Riadi Piacentini
- Profilo Linkedin di Antony Vitillo
Per chi è più appassionato:
- Articolo “What Metaverse Means for Software Developers?”
- Canale Suboptimal Engineer
#JEMIBreview
Giulia Furlan