Fine della povertà. Combattere le disuguaglianze. Arrestare il cambiamento climatico. Promuovere una crescita dignitosa.
La sostenibilità è forse il tema più importante e dibattuto negli ultimi tempi, soprattutto nell’ambito imprenditoriale.
Ma cosa significa davvero il termine “Sostenibilità”?
Sono 17 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile individuati dalle Nazioni Unite che costituiscono aspetti di fondamentale importanza da raggiungere entro il 2030 per la crescita di società pacifiche e per combattere i cambiamenti climatici.
Uno sviluppo globale e sostenibile è la capacità di riuscire a vivere in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive e di rigenerarsi.
In particolare, la Commissione delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo definisce, con il rapporto Brundtland nel 1987, lo sviluppo sostenibile come “lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.
Il 28 novembre 2019, ad esempio, la commissione Europea ha presentato una strategia a lungo termine innovativa e competitiva, che punta alla neutralità climatica entro il 2050.
Non solo, sempre parlando di Europa, non si può non citare il “Green New Deal”, piano estremamente interessante nato con lo scopo di ridurre a zero le emissioni di gas, diminuire i costi di vita e migliorare la qualità del mondo lavorativo. Leader di tutto il mondo, multinazionali e piccole realtà si stanno adoperando per promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente, iniziando a esporsi al cambiamento e adottando soluzioni sempre più innovative.
Il Caso Ferrari
Parlando di innovazione, Ferrari ne è l’emblema, riuscendo a porre passioni e persone al centro della produttività, lanciando il programma “Formula Uomo” e cambiando radicalmente i suoi stabilimenti grazie al ricorso delle migliori tecnologie nel segno della sicurezza, della responsabilità ambientale e della qualità della vita. Investire nei propri dipendenti, nelle loro famiglie, nei clienti e nell’intera comunità non è mai una scelta banale e saper comprendere le loro esigenze, integrandole al benessere e alla crescita mondiale, è solo un fattore di successo che deve essere perseguito attraverso un percorso lungo e costante. A questo si accosta il concetto di matrice di materialità e responsabilità del prodotto, il quale porta l’attenzione verso l’immagine e la reputazione del marchio, l’innovazione, la qualità e sicurezza di prodotti e clienti, la soddisfazione e condotta etica degli affari.
Nell’ambito dell’impegno di Ferrari a rispettare e promuovere i diritti umani e la
sostenibilità delle sue operazioni, Ferrari seleziona i fornitori in base non solo alla qualità e alla competitività dei loro prodotti e servizi , ma anche alla loro aderenza ai principi sociali, etici e ambientali, come indicato nel loro Codice di condotta creato ad hoc.
Il supporto di Ferrari verso gli SDGs, come detto, va di pari passo con la crescita economica e finanziaria non solo della loro casa, ma anche del proprio capitale umano, generando una crescita costante e duratura nel tempo e cercando, tramite l’innovazione, l’investimento in nuovi motori e in fonti a basse emissioni, di migliorare il proprio e il nostro futuro.
L’impegno delle Junior Enterprise
Se da un lato Ferrari Corporate, Amazon, JP Morgan, General Motors e Adidas si stanno muovendo per uno sviluppo sostenibile, dall’altro le nostre Junior Enterprise come possono fare la differenza?
Proprio partendo dalla frase “We generate impact” che si riconosce la voglia dei Junior Entrepreneur di fare la differenza, creando impatto e mirando alla continua crescita sostenibile di queste associazioni.
Sostenibilità e impatto sono infatti le due parole chiave che guidano le Junior Enterprise nel loro percorso e che hanno portato alla decisione di puntare su tre SDGs in particolare: Quality Education, Decent Work and Economic Growth, Partnership for the Goals. Scegliere di adottare queste tre traguardi non è stato solo un buon proposito, ma, anzi, sta portando a ottenere grandissimi risultati.
Ad oggi sono 330 le Junior Enterprise sparse su quattordici Stati Europei che presentano circa 4350 progetti l’anno, in cinquantadue anni di esperienza. Ovviamente questi numeri sono solo l’inizio.
Creare una rete più solida di Junior Enterprise estendendola su più paesi e università, favorendo sinergie tra le associazioni, promuovendo e aumentando il numero di progetti esterni in collaborazione e potenziando ulteriormente i Junior Entrepreneur sono gli obiettivi principali che si vorrebbero raggiungere al più presto e che speriamo, nel nostro piccolo, possano fare la differenza, in questo mondo e nel suo sviluppo.
Teresa Rizzi
#JEMIBReview